In fondo, rispondendo ad Andbod e dreamcatcher, ho già anticipato una buona parte del "racconto di viaggio".
Mi ritrovo quindi per uffici amministrativi di vario genere e tipo (Dzek, BTI, Ovir ecc.).
Del primo ho già detto sopra, code interminabili e noi che arriviamo ed entriamo.
Vi aggiungo solo un paio di particolari.
Siamo all'Ovir, per vendere la casa, devo togliere la mia registrazione dall'immobile e spostarla in altra casa.
Anche mia figlia di 5 anni, registrata con me, deve fare lo stesso.
Sono 2 fasi (le famose due code saltate):
fase 1: autorizzazione alla cancellazione;
fase 2: iscrizione presso altro immobile.
Per me tutto fila liscio.
Per mia figlia, iniziano i problemini.
Il problema è che la mamma è ucraina ed io, il papà, italiano.
Il dirigente di questo ufficio sostiene che, mia figlia è straniera e per iscriversi in altro immobile deve avere il permesso di soggiorno, proprio come me.
Nulla importa se sua madre è ucraina.
A questo punto, da un remoto angolo della stanza dove ascoltavo a distanza, intervengo e spiego in russo che, fino a 18 anni, mia figlia ha la doppia cittadinanza: italiana ed ucraina.
Non ne vuole sapere, dice che non esiste la doppia cittadinanza in Ucraina.
Badate bene, stiamo parlando di una dirigente dell'Ovir, roba al limite della credibilità.
Con il massimo garbo, giusto per eliminare la "materia del contendere", le spiego allora che procederemo solo alla fase 1 (cancellazione) e che provvederò io ad iscrivere mia figlia in Spagna, così da eliminare il problema della necessità del permesso di soggiorno per registrarsi in altro immobile.
Altro no.
Secondo una fantomatica legge ucraina, che non giurerei esista veramente, se un minore si cancella da un immobile DEVE obbligatoriamente registrarsi da altra parte in Ucraina.
A questo punto, aggrappandomi con le unghia e con i denti alla logica, senza perdere l'aplomb e sostituendomi di fatto alle mie 2 guide, dico alla signora dirigente:
"se mia figlia è straniera avrà il diritto di andarsi a registrare all'estero?".
Ma....., prima che pronunciassi la frase successiva (per la cronaca: "oppure adesso mia figlia è diventata ucraina?"), vengo invitato dai tizi ad uscire dalla stanza, a non peggiorare le cose.
Avrebbero risolto la cosa a loro modo, senza ragioni e senza torti, senza leggi, senza cittadinanze e, credo, soprattutto senza logica

.
Quando escono le due guide spirituali, il problema è risolto.
Mia figlia è registrata in Ucraina in altro immobile dove è iscritta mia moglie, con il suo consenso,ma senza che io ne sapessi niente.
Amen

PARENTESI
Un particolare, simile a quello della bottiglia del tassista. Insignificante quanto degno di nota.
La dirigente, ma anche un'altra signora che lavorava in altra stanza, dietro la scrivania teneva un armadietto aperto.
Siamo in un ufficio pubblico.
Sugli scaffali appoggiati in bella vista, pentolini vari, tazzine, caffè/tè, pezze per lavare, forchette ecc. ecc.
Niente da dire, come nel caso del bottiglione in plastica da 2 litri, solo un fotogramma rimasto nella mente.
FINE
Appuntamento per il giorno dopo. Il secondo dei 3 giorni.
Manca ancora qualcosa, oggi il programma prevede la visita guidata al Dzek e ad altro ufficio.
Mi vengono spiegate chiaramente, al fine di evitare spiacevoli inconvenientei

, le norme di condotta da tenere.
Il mio compito era solo seguire i due "cherichetti", firmare solo quando chiamato e, soprattutto, FARE SILENZIO.
Dopo l'accaduto all'Ovir, i due si sono accorti che, in quanto essere pensante, ero in grado di esprimere delle idee e, di questo ne erano profondamente preoccupati, tanto da sostituire l'ucraino al russo quando non volevano che capissi.
Finisce la giornata.
L'indomani, uno dei due uffici è chiuso al pubblico.
Noi non abbiamo tempo. E' l'ultimo giorno utile prima della vendita.
Credo occorresse il timbro sul mio permesso di soggiorno col nuovo indirizo di registrazione, necessario ed imprescindibile per la vendita e, forse, anche per rientrare in Ucraina da residente.
Dopo una serie di telefonate, penso che avessero dimenticato il piccolissimo particolare dela "chiusura", l'ufficio si apre.
Vi immaginate il Comune di Genova o l'Ayuntamento di Marbella che apre per l'occasione, per le necessità del singolo cittadino?
Un modello di efficienza, interazione, stretto rapporto cittadino/istituzioni
Questa volta l'ufficio è deserto.
Penso che almeno mi evito (ed evito a loro) show già visti (qualcuno dall'altra parte li aveva perfino confusi per il personale) e mi risparmio "pubbliche" figuracce.
Odio la burocrazia, italiana, turca, ucraina o spagnola che sia.
Ormai agisco veramente "a comando", pur di andare via il più presto possibile.
Per farla breve, risolviamo tutto velocemente.
Poi andiamo in altro ufficio, quello di cui "non mi interessava sapere neanche il nome" tanto poco sarebbe cambiato.
Anche lì, saltati a piè pari quei pochi in attesa.
Inserite pure tra un ufficio e l'altro, qualche oretta di traffico, qualche sigaretta in auto, sosta benzina e sosta caffè e capirete come la giornata sia già volta al termine.
Il problema è che non avevamo fatto tutto.
Da lì le domande: "mah.....non puoi rimandare la partenza?"
Il rischio di non avere il documento il giorno dopo era, a loro dire, molto alto.
Avrei voluto dire: "scusate ma i dollaroni del fondo cassa...???? Il faremo tutto in 3 giorni??"
Non l'ho detto perchè ero stressato, esausto, senza pranzo e non vedevo l'ora di buttarmi su un divano con televisione accesa per disintossicarmi.
Tutto il resto era niente.
Più tardi, giunto sul divano con televisione accesa (uno dei metodi migliori che conosco per rilassarsi), decido con mia moglie che: "se domani il documento non sarà pronto"......le farò una procura a vendere.
Lei ha il piacere di restare nella sua città ed io il piacere di non restare un'altra settimana per uffici (incubo BTI in primis all'orizzonte).
Ovviamente questo ha un costo perchè si perde un biglietto di ritorno.
Alle mie tasche ed a risolvere il problema "amichevolmente"

con i due, ci pensa però il direttore dell'agenzia immobiliare che, saputa la notizia e probabilmente preoccupato dalle notizie sulla mia partenza e dalla possibilità che la vendita potesse saltare, va su tutte le furie.
E deve avere gridato molto, almeno a giudicare dalla determinazione che i due avrebbero mostrato il giorno dopo.
Con la tensione che sale ed il tempo che scende, se prima i due avevano mostrato sfacciataggine e determinazione, il giorno dopo avrebbero tirato fuori gli artigli e la cattiveria tipica di chi sa di non avere una seconda chance.
Ne abbiamo fatto le spese un pò tutti: io, il compratore, TUTTI gli impiegati che quel giorno hanno incontrato per la loro strada e, per strada, perfino un poliziotto, letteralmente ridicolizzato ad un posto di blocco.
....continua